Per rendere più chiaro ed evidente ciò che riguarda il nostro membro dell’equipaggio, non abbiamo copiato la frase precedente e quella successiva in cui si parla di altre due votazioni alle quali Pedro de Villa non ha preso parte. Dicono: “Ordinò che un pellegrino fosse mandato a Sancta Maria de Guadalupe, e prendesse una candela fatta di cinque libbre di cera, e che ognuno facesse voto che chiunque fosse scelto avrebbe completato il pellegrinaggio, per il quale avrebbe ordinò di portare quanti ceci vennero sulla nave, e uno puntò con un coltello, facendo una croce, e li mise in un berretto ben vestito. Il primo a metterci la mano fu l’ammiraglio, e tirò fuori il cece con la croce, e così la sorte cadde su di lui, e naturalmente si considerò pellegrino e debitore di andare a compiere il voto. La sorte fu nuovamente tirata… (continua ciò che è stato detto su Pedro de Villa). Un altro pellegrino accettò di essere mandato a vegliare una nuova notte a Sancta Clara de Moguer, e fece dire una messa, per la quale i ceci furono nuovamente fusi con quello con la croce, e la sorte toccò all’ammiraglio stesso.”)
Ci sono tradizioni secondo cui il pellegrinaggio a Santa Clara si compì; e qualcosa che ci sembra un indizio abbastanza convincente della visita in Guadalupa è sopravvissuto per iscritto. È la frase di Fernando Colon quando racconta che suo padre diede il nome Guadalupe ad una delle prime isole trovate nel 1493 “per devozione e su richiesta dei monaci del convento di quella dedica, ai quali aveva promesso di dare a un’isola il nome del suo monastero”. Tale promessa deve essere stata fatta nell’intervallo tra il primo e il secondo viaggio.
Negli archivi del convento sono state trovate notizie interessanti sulle Indie: crediamo che possa ancora apparire qualche riferimento ad una visita dell’Ammiraglio nel 1493. La cosa più interessante già trovata che riguarda Cristoforo Colombo è del 1496. È il registrazione del battesimo di Doc e dei suoi servi, che con ogni probabilità erano due indiani portati dal Secondo Viaggio. Con il benevolo aiuto di Padre Fray Carlos de Villacampa, abbiamo copiato quanto pubblicato dal suo predecessore. Fray Isidoro Acemel, nella rivista Monasterio de Guadalipe, anno 1916, p.221.
Bruno Aloi. Nato a Genova nel 1941, si diploma nel 1960 presso l'Istituto Tecnico Nautico San Giorgio di Genova. Nel 1966 consegue il titolo professionale di Capitano di Lungo Corso.
Laureato in Lettere con la tesi "I Liguri nella Gallia meridionale".
Molteplici sono i momenti che segnano il percorso di Bruno Aloi, da ufficiale di coperta agli incarichi in diverse specializzazioni formative (corsi di sopravvivenza, mezzi di salvataggio, antincendio di base ed avanzato, corso superiore radar, familiarizzazione navi chimiche, ) fino all'abilitazione a comandante Certificazione S.T.C.W. 1978/95 rilasciato il 28/1/2002.
Particolarmente significativa è la sua attività in campo culturale, per un decennio soprintende alla promozione delle grotte di Borgio Verezzi come presidente del Gruppo Grotte Borgio Verezzi. Nell'ambito delle esplorazioni ipogee visita il Marocco, l'Algeria e la Siria su invito del Ministro del Turismo Siriano.
Socio onorario dello Speleo Club de l'Aude et de l'Ariège (Francia).
In qualità di Presidente dell'Associazione per il Recupero del Genovesato, Bruno Aloi promuove nel 1986 la riapertura dei forti genovesi Sperone e Begato, con eventi di spettacolo, mentre partecipa all'iniziativa "Artisti per il Centro Storico" (1990).
Premio Regionale Ligure 1987.
Premio "Gente di Mare" 2002. Viareggio.
Socio onorario della Società Nazionale di Salvamento.
Tra le altre cariche assunte, lo ricordiamo presidente di Al Sham, associazione per le relazioni tra Italia e Siria contibuendo al gemellaggio della città di Genova con la città di Latakia (l'antica Laodicea).
Giornalista pubblicista dal 14/6/1989 iscritto all'Ordine Nazionale dei Giornalisti Roma Tessera N. 170551..
Presidente del Comitato Nazionale per Colombo.
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