María Álvarez de Toledo y Rojas moglie di Diego Colón.

Viceregina di Hispaniola

 María Álvarez de Toledo y Rojas (nata a Teba in provincia di Malaga intorno al 1490  – morta l’11 maggio 1549  all’età di 58–59 anni a Santo Domingo).

María de Toledo nel 1508 sposò il figlio primogenito  di Cristoforo Colombo, Diego de Colón, II° Almirante y II° Virrey de Indias. Era la nipote di García Álvarez de Toledo, primo duca d’Alba e imparentata con  il re Fernando il cattolico e apparteneva alla più alta nobiltà di Castiglia.

María fu la  donna di più alto lignaggio  ad arrivare a Santo Domingo  nel 1509 assieme al marito giunto nell’isola in veste di governatore. Da sottolinerare che  sino al suo arrivo, vestiti e altri oggetti di lusso erano proibiti nella colonia. Maria ottenne un permesso speciale dalla corona per sé e per gli altri di usare e indossare questi oggetti, diventando la persona centrale della società aristocratica. Tra il 1510 e 1514 venne costruito l’Alcázar de Colón o Palazzo vicereale di Don Diego Colón dove andarono ad abitare.

—————

 Stanza di Doña María Álvarez de Toledo dentro  l’Alcázar dopo il restauro del 1955.

columbus-palace-isola-di-hispaniola-caraibi-america-camera-da-letto-citta-vecchia-di-santo-domingo-repubblica-dominicana-2r20cek-1024x721

…………………………

Nel 1511 María de Toledo divenne ufficialmente Virreina,  viceregina consorte, quando il re Ferdinando riconobbe i diritti di Diego come viceré, ma con giurisdizione limitata per quei territori che erano stati ufficialmente scoperti da Colombo.

Con l’intenzione di vigilare sui suoi affari a Corte, Diego si imbarcò per la Castiglia a fine febbraio 1515, lasciando María a capo della casa, dei numerosi figli, dei possedimenti e «come luogotenente del governatore, di fronte a giudici e funzionari».

Quegli anni di solitudine furono duri per María de Toledo, che a soli 25 anni dovette affrontare situazioni difficili con quattro ragazze e il suo status di donna in un mondo di uomini.  Fray Bartolomé de las Casas sottolinea che “non mancarono di causare qualche disagio e sfacciataggine alla casa dell’Ammiraglio, non avendo riguardo in molte cose alla dignità, alla persona e al lignaggio di detta signora Doña María de Toledo” e la descrive come “matrona ed esempio di donna illustre” e “signora molto prudente e molto virtuosa”. A

lla fine del 1520 Diego ritornò , ma chiamato in tribunale per risolvere le sue cause legali il 16 settembre 1523 partì per la Spagna e   mentre si recava a Siviglia per partecipare alle nozze del re con Isabella del Portogallo  il 23 febbraio 1526 morì a La Puebla de Montalbán (Toledo).

María de Toledo  rimasta  vedova, con ben sette figli, quattro femmine e tre maschi, prese in mano le redini della famiglia e l’attività  perché i suoi figli maschi erano minorenni. Nel 1530 si trasferì in Castiglia con lo scopo di preservare i diritti del suo primogenito e degli altri suoi figli. Riuscì ad assicurarsi l’Ammiragliato, ottenne per le sue quattro figlie una rendita vitalizia annua di 500.000 maravedis, e per il figlio più giovane Diego l’abito dell’ordine di Santiago e una rendita, e la creazione del titolo di Duca di la Vega di Santo Domingo per suo figlio Luis e mantenne i titoli di Duca di Veragua, II° Marchese di Giamaica, III° Grande Ammiraglio e Maggiore Adelantado delle Indie. Depositò anche nel monastero di San Pablo a Siviglia, la biblioteca di Hernando Colón, di oltre 15.000 copie, che suo figlio Luis aveva ereditato e che non aveva modo di portarle a Santo Domingo.

L‘8 agosto 1544 , con l’aiuto finanziario della Corona,  tornò  a Santo Domingo  insieme alla figlia maggiore Felipa,mentre le altre tre figlie nel frattempo si erano sposate. Al suo ritorno trovò la sua casa in disordine  e la sua proprietà rovinata e saccheggiata.  Las Casas sottolinea che “ha trovato i suoi beni rubati, i suoi figli assenti, e questo, oltre al fatto che era vedova, è stato il motivo per cui i vicini non l’hanno accolta né le hanno dato il rispetto che, essendo quello che era, senza essendo Viceregina, glielo dovevano.”». Un duro colpo tanto  che visse i suoi ultimi anni in isolamento. Fece trasportare le spoglie mortali di Cristoforo Colombo e di suo marito Diego dalla Spagna a Santo Domingo. Il 12 ottobre 1548 scrisse il suo testamento, indicando di voler essere sepolta nella cappella maggiore della Cattedrale ai piedi del  marito.  Pochi mesi dopo il mercoledì 11 maggio 1549, a Santo Domingo, all’età di 59 anni, moriva nella sua stanza del suo Palazzo , l’Alcázar de Colón o Palazzo vicereale di Don Diego Colón, la Virreina María Álvarez de Toledo y Rojas, “primera virreina de América” .  

 María de Toledo fu una strenua protettrice degli abitanti originari dell’isola, gli indiani Taino , contro i maltrattamenti degli spagnoli. Lottò anche per i diritti dei suoi figli dopo la morte del marito. Fu  la  figura femminile più importante nella colonia  di Hispaniola.

—————–

La ricorda  una statua che  si trovava originariamenre sul pendio erboso sul lato dell’Alcázar de Colón costruito per essere la casa di Maria de Toledo e di suo marito Diego de Colón. Amava fare la padrona di casa, ricevere ospiti e intrattenere nella sua casa reale.

alcazae-santo-domingo-toledo-1-1024x676

 

—————-

La statua di Maria de Toledo sul lato dell’Alcazar.

alcazae-maria-de-toledo-1

—————————

Alcázar de Colón o Palazzo vicereale di Don Diego Colón venne costruito tra il 1510 e 1514.   Venne occupato da Diego Colón e poi suoi discendenti sino al 1577. Restaurato nel 1955. Nel 1990 è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Alcazar_de_Colon-doc-doc-1024x494    ———————–

Dominican-Republic-Santo-Domingo-doc-1024x678

——————-

alcazar-de-colon

 

————————–

Plaza María de Toledo.

La piazza  onora la prima Viceré (Virreina)  americana, Doña María de Toledo La piazza piastrellata in mattoni si trova tra Calle Las Damas e Isabel la Católica.  La scultura di María de Toledo che  si trovava sul prato laterale dell’Alcázar de Colón è stata spostata quando la piazza è stata ristrutturata nel 2017.

5-Plaza-Maria-de-Toldeo-with-statue-Virreina-Dona-Maria-de-Toledo-in-lights  ————————–

santo-doc-doc-maria

—————————–

Ritratto  di María Álvarez de Toledo y Rojas che si trova all’interno dell”Alcázar

Oio su tela 19.1 x 25.4 cm autore sconosciuto.

472937753_18257561278280392_1071027-maeia-819x1024

————————–

 

Informazioni su Bruno Aloi 996 Articoli
Bruno Aloi. Nato a Genova nel 1941, si diploma nel 1960 presso l'Istituto Tecnico Nautico San Giorgio di Genova. Nel 1966 consegue il titolo professionale di Capitano di Lungo Corso. Laureato in Lettere con la tesi "I Liguri nella Gallia meridionale". Molteplici sono i momenti che segnano il percorso di Bruno Aloi, da ufficiale di coperta agli incarichi in diverse specializzazioni formative (corsi di sopravvivenza, mezzi di salvataggio, antincendio di base ed avanzato, corso superiore radar, familiarizzazione navi chimiche, ) fino all'abilitazione a comandante Certificazione S.T.C.W. 1978/95 rilasciato il 28/1/2002. Particolarmente significativa è la sua attività in campo culturale, per un decennio soprintende alla promozione delle grotte di Borgio Verezzi come presidente del Gruppo Grotte Borgio Verezzi. Nell'ambito delle esplorazioni ipogee visita il Marocco, l'Algeria e la Siria su invito del Ministro del Turismo Siriano. Socio onorario dello Speleo Club de l'Aude et de l'Ariège (Francia). In qualità di Presidente dell'Associazione per il Recupero del Genovesato, Bruno Aloi promuove nel 1986 la riapertura dei forti genovesi Sperone e Begato, con eventi di spettacolo, mentre partecipa all'iniziativa "Artisti per il Centro Storico" (1990). Premio Regionale Ligure 1987. Premio "Gente di Mare" 2002. Viareggio. Socio onorario della Società Nazionale di Salvamento. Tra le altre cariche assunte, lo ricordiamo presidente di Al Sham, associazione per le relazioni tra Italia e Siria contibuendo al gemellaggio della città di Genova con la città di Latakia (l'antica Laodicea). Giornalista pubblicista dal 14/6/1989 iscritto all'Ordine Nazionale dei Giornalisti Roma Tessera N. 170551.. Presidente del Comitato Nazionale per Colombo.

Commenta per primo

Lascia un commento