Il 24 aprile 1494  , durante il suo secondo viaggio, Cristoforo Colombo  lascia La Isabela con 98 uomini imbarcati su  tre caravelle: la  Niña , la San Juan e la Cardera  e parte alla ricerca della terraferma in direzione Cuba che pensa sia una propaggine delle Indie.

Il 29 aprile lasciata l’isola di Hispaniola le tre navi fanno scalo alla punta orientale di Juana (Cuba) che Cristoforo Colombo  il 4 dicembre 1492 , durante il primo viaggio, aveva battezzato col nome “Alfa y Omega” credendo di trovarsi all’inizio delle Indie ed al termine dell’Asia.

Durante il viaggio scopre il 4 maggio  l’isola di Giamaica e risale Cuba scoprendo una serie di isolotti che battezza “Jardines de la Reina”. Dai nativi sente parlare di una terra che chiamano Magon e questo lo convince che  Cuba sia  la provincia cinese di Mangi.

Giunto in quella che oggi si chiama baia di Batanabo mandò alcuni marinai a terra a far provvista di acqua. Uno di questi armato di balestra si avventurò nella boscaglia per uccidere qualche uccello  e gli riferì di aver visto un gruppo di indiani e tra questi  tre in tunica bianca : uno lunga sino al ginocchio e due sino ai piedi. Simili secondo la fantasia dell’Ammiraglio ai sacerdoti di Prete Gianni i cui territori, secondo Marco Polo, confinavano con la Cina.   Avanzando lungo la costa a gran fatica arrivarono in quella che oggi si chiama Bahia Cortés.

Dalle Storie del Nuovo Mondo di Fernando Colombo si legge: ” Il venerdì 13 di giugno, vedendo l’Ammiraglio che la costa di Cuba si stendeva molto all’occidente, e che la sua navigazione era difficilissima per la innumerevole moltitudine delle isolette e secche ch’erano da ogni parte, e che oramai gli cominciavano le vettovaglie a mancare, onde non poteva continuare il viaggio secondo il suo proponimento, deliberò di tornarsene alla Spagnola alla popolazione che aveva lasciata (all’Isabella), e per fornirsi d’acqua e di legna si accostò all’Evangelista (attuale isola dei Pini), isola che circonda 30 leghe ed è lontana 700 leghe dal principio della Dominica”0.

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Bruno Aloi. Nato a Genova nel 1941, si diploma nel 1960 presso l'Istituto Tecnico Nautico San Giorgio di Genova. Nel 1966 consegue il titolo professionale di Capitano di Lungo Corso. Laureato in Lettere con la tesi "I Liguri nella Gallia meridionale". Molteplici sono i momenti che segnano il percorso di Bruno Aloi, da ufficiale di coperta agli incarichi in diverse specializzazioni formative (corsi di sopravvivenza, mezzi di salvataggio, antincendio di base ed avanzato, corso superiore radar, familiarizzazione navi chimiche, ) fino all'abilitazione a comandante Certificazione S.T.C.W. 1978/95 rilasciato il 28/1/2002. Particolarmente significativa è la sua attività in campo culturale, per un decennio soprintende alla promozione delle grotte di Borgio Verezzi come presidente del Gruppo Grotte Borgio Verezzi. Nell'ambito delle esplorazioni ipogee visita il Marocco, l'Algeria e la Siria su invito del Ministro del Turismo Siriano. Socio onorario dello Speleo Club de l'Aude et de l'Ariège (Francia). In qualità di Presidente dell'Associazione per il Recupero del Genovesato, Bruno Aloi promuove nel 1986 la riapertura dei forti genovesi Sperone e Begato, con eventi di spettacolo, mentre partecipa all'iniziativa "Artisti per il Centro Storico" (1990). Premio Regionale Ligure 1987. Premio "Gente di Mare" 2002. Viareggio. Socio onorario della Società Nazionale di Salvamento. Tra le altre cariche assunte, lo ricordiamo presidente di Al Sham, associazione per le relazioni tra Italia e Siria contibuendo al gemellaggio della città di Genova con la città di Latakia (l'antica Laodicea). Giornalista pubblicista dal 14/6/1989 iscritto all'Ordine Nazionale dei Giornalisti Roma Tessera N. 170551.. Presidente del Comitato Nazionale per Colombo.

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