Fortuné Meaullé ( Angers 1844 – Angers 1904). ” Colomb trace dans l’air le signe de la croix”. 1892

In "Christophe Colomb" di Mgr Ricard - Editeur Alfred Mame. Tours.

Fortuné Meaullé ( Angers 1844 - Angers 1904). " Colomb trace dans l'air le signe de la croix"

Pittore ed incisore Fortuné Meaullé ( Angers 1844 – Angers 1904). ” Colomb trace dans l’air le signe de la croix”.

Dal libro “Christophe Colomb” di Mgr Ricard Prélat de la Maison de Sa Sainteté Papa Leone XII.

Editeur, Maison Alfred Mame et fils-Tours. 1892.

Episodio accaduto il 13 dicembre 1502 durante il quarto viaggio alle Indie lungo le coste dell’attuale Panama.

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 Roselly de Lorgues così descrive l’accaduto: “Agitato da un movimento vorticoso, il mare, gonfiandosi di tutti i flutti che attraeva al suo centro, si sollevava come una montagna, mentre neri nuvoloni, discendendo in cono rovesciato, si allungavano verso il turbine marino, che si ergeva palpitante come in atto di cercare quel congiungimento. Siffatte due mostruosità del mare e dell’aria maritaronsi improvvisamente con uno spaventevole abbracciamento, e si confusero in forma di un X che girava intorno. Quest’era, dice il padre Charlevoix, storico di San Domingo, una di quelle trombe marine, che le genti di mare chiamano fonks, che allora erano mal note e che indi sommersero tante navi.
Un orrendo fischio precedeva verso le caravelle il sopraggiungere di tal mostro sin allora innominato nelle lingue d’Europa. Questo genere di tromba è la più spaventevole manifestazione della procella oceanica; l’Oriente imposegli il nome stesso dello spirito del male Tifone. Guai alle navi che si trovano sul suo passaggio!
Al grido d’orrore che lo percosse, Colombo si era rianimato ed uscì dalla stanza al fine di misurare il pericolo; a vedere il mare assorbito dal cielo, conobbe non avervi rimedio, e immantinente sospettò in questo spaventevole dispiegamento delle forze brutali della natura un’opera satanica. Egli non poteva scongiurare le potenze dell’aria secondo i riti della Chiesa, temendo usurpare l’ufficio del sacerdozio, ma ricordò che egli era capo di una spedizione cristiana; che il suo scopo era santo, e volle alla sua maniera, intimare allo spirito delle tenebre di lasciargli libero il passo; fece subito accendere nei fanali ceri benedetti, inalberare lo stendardo della spedizione, cinse la sua spada sopra il cordone di San Francesco; prese in mano il libro dei Vangeli; e ritto in piedi contro il Tifone che si avvicinava, gli notificò la sublime affermazione che comincia il racconto del discepolo prediletto di Gesù, San Giovanni, figlio adottivo della Vergine.
Sforzandosi coprire con la sua voce il fragore della tempesta, il messaggero della salute dichiarò che in principio era il verbo; che il Verbo era in Dio, e che il Verbo era Dio; che tutte le cose sono state fatte da Lui, e che nulla di ciò che é stato fatto, é stato fatto senza di Lui; che in Lui è la vita, e che la vita è la luce degli uomini; che la luce risplende nelle tenebre, e che le tenebre non l’hanno compresa; che il mondo che è stato fatto da Lui non lo ha conosciuto; ch’Egli è venuto per il comune bene , ma che i suoi non l’hanno ricevuto; epperò diede a quelli che credono in suo nome, e non son nati né dal sangue, nè dalla carne, nè dalla volontà dell’uomo, la potestà di essere fatti figliuoli di Dio; che il Verbo si è fatto carne ed ha abitato fra noi.
Allora, da parte di questo Verbo Divino, la cui parola calma i venti e tranquilla i flutti, Cristoforo Colombo comandò imperiosamente alla procella di risparmiar quelli che, figliuoli di Dio vanno a portar la croce all’estremità delle nazioni, e navigano nel nome tre volte santo della Trinità. Indi, traendo dal fodero la spada, pieno di un’ardente fede, delineò nell’aria il segno della croce, e descrisse intorno a sè un circolo come a tagliar la meteora: e difatti, oh prodigio ! la meteora che veniva sopra le caravelle, assorbendo i flutti con un nero ribollimento, deviò, passò fra le navi a mezzo sommerse dal sommovimento delle onde, si allontanò ruggente, dislogata, e andò a perdersi nella tumultuosa immensità delle pianure atlantiche”.

Informazioni su Bruno Aloi 950 Articoli
Bruno Aloi. Nato a Genova nel 1941, si diploma nel 1960 presso l'Istituto Tecnico Nautico San Giorgio di Genova. Nel 1966 consegue il titolo professionale di Capitano di Lungo Corso. Laureato in Lettere con la tesi "I Liguri nella Gallia meridionale". Molteplici sono i momenti che segnano il percorso di Bruno Aloi, da ufficiale di coperta agli incarichi in diverse specializzazioni formative (corsi di sopravvivenza, mezzi di salvataggio, antincendio di base ed avanzato, corso superiore radar, familiarizzazione navi chimiche, ) fino all'abilitazione a comandante Certificazione S.T.C.W. 1978/95 rilasciato il 28/1/2002. Particolarmente significativa è la sua attività in campo culturale, per un decennio soprintende alla promozione delle grotte di Borgio Verezzi come presidente del Gruppo Grotte Borgio Verezzi. Nell'ambito delle esplorazioni ipogee visita il Marocco, l'Algeria e la Siria su invito del Ministro del Turismo Siriano. Socio onorario dello Speleo Club de l'Aude et de l'Ariège (Francia). In qualità di Presidente dell'Associazione per il Recupero del Genovesato, Bruno Aloi promuove nel 1986 la riapertura dei forti genovesi Sperone e Begato, con eventi di spettacolo, mentre partecipa all'iniziativa "Artisti per il Centro Storico" (1990). Premio Regionale Ligure 1987. Premio "Gente di Mare" 2002. Viareggio. Socio onorario della Società Nazionale di Salvamento. Tra le altre cariche assunte, lo ricordiamo presidente di Al Sham, associazione per le relazioni tra Italia e Siria contibuendo al gemellaggio della città di Genova con la città di Latakia (l'antica Laodicea). Giornalista pubblicista dal 14/6/1989 iscritto all'Ordine Nazionale dei Giornalisti Roma Tessera N. 170551.. Presidente del Comitato Nazionale per Colombo.

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