Il ritratto di Cristoforo Colombo venne attribuito dagli esperti, prof. Maurizio Marini storico dell’arte, e Vittorio Sirotti vice direttore dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, al pittore spagnolo Pedro Berruguete (c.1450 Pedro de Nava/Palencia-1504 Avila), pittore di corte dei Re Cattolici Ferdinando II d’Aragona e Isabella di Castiglia.
L’analisi fisico-chimica del dipinto, effettuata da Paolo Bensi, direttore del Collegio Italiano di Chimica, dimostrò che il ritratto era da datarsi tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. Con questi presupposti il quadro divenne importante in quanto il Berruguete avrebbe potuto conoscere personalmente Colombo e farne un ritratto ufficiale. In pratica l’unico ritratto realizzato quando “el Almirante” era ancora in vita.
Il ritratto apparteneva ad una collezione privata, venne poi affidato ad una galleria d’aste di Genova e acquistato dal commerciante d’arte italo americano Francesco Roibaudo che poi lo aveva messo in vendita ad un prezzo abbastanza elevato. E subito a Genova si era pensato di fare una colletta pubblica per acquistarlo.
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Il 29 novembre 1991 il quotidiano spagnolo ABC pubblicò un intervento dello storico spagnolo Antonio Rumeu de Armas, membro della Reale Accademia di
Storia a pagina 22 del numero 4 con il titolo «Ni es el Almirante, ni es de Berruguete». Articolo subito ripreso in Italia dal giornalista Rino Di
Stefano sul Giornale e che molto probabilmente bloccò a Genova l’idea della colletta per comperare il quadro . Rumeu de Armas sosteneva che “la persona del ritratto porta i vestiti di un notabile italiano, non certamente di un ammiraglio della Castiglia. Quella spilla sopra il berretto, con quella perla così vistosa, e labbigliamento così sfarzoso sono impensabili in un personaggio castigliano di quell’epoca. Basta guardarlo una volta per capire che la persona del ritratto non è una figura spagnola di quel tempo: rappresenta invece un gran capitano vestito da vicerè di Napoli ed è di un pittore italiano»”. E seguiva Matías Díaz Padrón, conservatore capo del Museo del Prado di Madrid, noto esperto del Berruguete che dichiarava “Il quadro di Genova non è di grande qualità. Il suo autore non è un gran maestro. Non ha né la tecnica né la sensibilità di Berruguete”.
Come informa Rino Di Stefano, anche in Italia si ebbero interventi come quello di Claudio Strinati, soprintendente ai Beni artistici e storici di Roma che escluse seccamente che il quadro fosse del Berreguete. Ma dobbiamo a Bruno Ciliento, responsabile della Soprintendenza Beni Storici Artistici Liguria, che ha individuato che il personaggio del quadro non è Cristoforo Colombo ma il re Enrico VII d’Inghilterra, tratto da un murale del palazzo di Whitehall a Londra, affrescato da Hans Holbein il Giovane nel 1537.
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Questo acquerello è una copia di George Vertue del dipinto di Remigius van Leemput tratto da un murale di Hans Holbein il Giovane. Il murale originale fu commissionato da Enrico VIII nel 1537 per il suo palazzo di Whitehall nel centro di Londra e distrutto nell’incendio del palazzo nel 1698. Vertue copiò il dipinto di van Leemput (anche nella Collezione Reale; vedi RCIN 405750) nel 1737, due cento anni dopo che Holbein aveva realizzato il dipinto originale. L’immagine mostra Enrico VIII, in piedi a sinistra, e la sua terza moglie Jane Seymour a destra. Dietro di loro stanno i genitori di Enrico, Enrico VII ed Elisabetta di York. Le figure circondano un monumento centrale, sul quale è scolpita un’iscrizione che commemora Enrico VII come un grande re, ed Enrico VIII come uno ancora più grande. La copia di Vertue non è del tutto fedele al dipinto di van Leemput; non includeva la braghetta indossata da Enrico VIII nella copia di van Leemput e, presumibilmente, nel murale originale.
Re Enrico VIII; Re Enrico VII; Elizabeth of York; Jane Seymour di Hans Holbein · George Vertue – quadro senza data
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Enrico VII, 1600-1700 · Hans Holbein der Jüngere 16° secolo Olio su legno
Slovenska Narodna Galeria, Bratislava, Slovakia / bridgemanimages.com
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