“Documento Assereto”. Atto rogato in Genova il 25 agosto 1479 in Contrada San Siro nello scagno di Lodisio Centurione.
Venne ritrovato nel 1904 dal colonnello Ugo Assereto mentre ricercava all’Archivio di Stato di Genova gli atti notarili relativi al notaio e ammiraglio Biagio Assereto che il 4 Agosto 1435 aveva vinto la battaglia navale di Ponza,e perciò viene detto dagli storici “documento Assereto”.
Il documento è conservato presso l’Archivio di Stato di Genova, Archivio Notarile, Atto del notaio Gerolamo Ventimiglia (filza 2, anni 1474-1504, n.266.), rogato in Genova il 25 agosto 1479. Dimensione mm. 299 x 214. Non fa parte della Raccolta Colombiana in quanto scoperto dopo il 1892.
Cristoforo Colombo è chiamato a deporre come testimone da Luigi Centurione davanti al notaio Gerolamo Ventimiglia in una causa tra i fratelli Paolo e Cassano Di Negro e Lodisio Centurione.
E’ questa la sua ultima documentata presenza a Genova.
Sotto vincolo di giuramento afferma di essere cittadino genovese e di avere circa ventisette anni. Aggiunge anche di dover partire il mattino dopo per Lisbona.
Colombo dichiara inoltre che nel luglio 1478 mentre si trovava a Lisbona con Paolo Di Negro, questi lo inviò all’isola di Madera con l’incarico di acquistare una partita di duemilacinquecento rubbi di zucchero. Avendo ricevuto soltanto circa trecentododicimila reali, quando arrivò la nave del portoghese Ferdinando Pallencio per caricare la partita non potè pagare tutto lo zucchero che aveva immagazzinato. Da notare che gli eredi di Lodovico Centurione e quelli di Paolo Dinegro “mercanti genovesi”, sono ricordati da Colombo e dal figlio Diego nei loro testamenti del 1506 e del 1523.
E’ questo il più importante documento che concerne Cristoforo Colombo dove risulta sotto giuramento che è cittadino genovese, che soggiorna a Lisbona e lì deve ritornare, che era fiduciario di mercanti genovesi, che aveva fatto un viaggio all’isola di Madera e che la sua età può essere compresa fra il 26 agosto e il 30 ottobre dato che in un precedente atto notarile del 31 ottobre 1470 risulta essere maggiore di diciannove anni. Alcuni, in particolare spagnoli, hanno messo in dubbio l’autenticità del documento. Altri in riferimento all’affermazione di Cristoforo Colombo “civis Janue” che appare sul foglio II recto del documento, sostengono che non significa necessariamente nato a Genova ma semplicemente cittadino genovese.
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Il documento consta di quattro fogli.
Foglio I (recto) – Col. I, righe 1-21:
Lodisius Centurionus constitutus in jure et in presentia venerandi Officii Mercantie, dicit et exponit quod ipse habiturus est sive habere sperat vel dubitat cum Paulo de Nigro quondam Luce sive cum Cazano eius fratre et dicto Paulo, et quia ipse habet nonnullos testes informatos de juribus ipsius Lodisii, qui sunt de proximo recessuri de presenti civitate Janue et in longinquum iter profecturi, ideo requirit dictos testes ad eternam rei memoriam, et ne fides veri pereat recepi et examinari citatis dictis Cazano et Paulo et quolibet ipsorum coniunctim et divisim ad videndum jurare testes et faciendum interrogatoria….
(Lodovico Centurione costituito in diritto e in presenza del venerando Ufficio della Mercanzia, dice ed espone ciò che egli avrà ossia spera di avere con Paolo Dinegro fu Luca, egli stesso o suo fratello Cazano col detto Paolo, e poichè egli ha alcuni testimoni informati dei diritti di esso Lodovico, i quali debbono prossimamente abbandonare questa città di Genova e partire per lontano viaggio, così richiede che i detti testi, a eterna memoria del fatto e affinchè la fede della verità non perisca, siano ricevuti ed esaminati dopo aver citato i detti Cazano e Paolo e ognuno di essi insieme e separatamente, per veder giurare i testi e fare gli interrogatorii.)
IBID, righe 26-29 :
Et primo probare intendit et fidem facere quod rei veritas fuit et est quod cum alias de anno proxime preterito, eo tempore de quo testes….
(E da prima intende provare e far fede che la verità del fatto fu ed è che altra volta, nell’anno ultimo passato, nel tempo che i testimoni….)
IBID, col. II, righe 1-18 :
…. dixerint, Paulo de Nigro de commissione ipsius Lodisii et dicti Cazani vel alterius eorum deberet mittere ad insulam Almadere causa emendi certam quantitatem sucharorum, et ipse Lodisius misisset, dicta occaxione, ducatos mille ducentos nonaginta, sive groxados mille ducentos nonaginta sive valorem ipsorum dicto Paulo, qui debebat emere rubas duo millia quadringentas in plus sucharorum, Christofforus Columbus de ordine dicti Pauli missus fuit ad insulam Almadere et ibi incaparavit seu emit summam sucharorum supradictam….
(…. diranno, dovendo Paolo Dinegro per commissione di esso Lodovico e del detto Cazano o di uno di loro mandare all’isola di Madera a cagione di comprare una certa quantità di zuccheri, e avendo esso Lodovico spedito perciò milleduecentonovanta ducati, ossia milleduecentonovanta grossati (ducati grossi) o il loro valore al detto Paolo, il quale doveva comprare duemilaquattrocento e più rubbi di zuccheri, Cristoforo Colombo per ordine del detto Paolo fu mandato all’isola di Madera e ivi accaparrò e comprò la somma di zuccheri sopradetta….)
Foglio I verso
Foglio II (recto) – Col. II, righe 1-10:
Testes pro Ludovico Centuriono. In nomine Domini amen. Noverint universi et singuli presens publicuminystumentum testimoniale inspecturi quod constitutus in presentia mei notarij et testium infrascriptorum ad hec specialiter vocatorum et rogatorum Cristoforus Columbus civis Janue, requisitus hic in testem et pro teste recepi et examinari….
(Testi in favore di Lodovico Centurione. In nomine Domini amen. Sappiano tutti quelli che vedranno il presente pubblico istrumento testimoniale che, costituito in presenza di me notaro e dei testi infrascritti a ciò specialmente chiamati e pregati, Cristoforo Colombo cittadino di Genova, richiesto qui come testimonio, dev’essere in tale qualità ricevuto ed esaminato….)
Foglio II verso
FOGLIO III (recto) – Col. II, righe 1 -28:
Qui quidem Cristoforus testis predictus, eius juramento corporaliter tactis scripturis de veritate dicenda et testificanda testificando dixit se tantum scire de contentis in titulo, videlicet quod veritas fuit et est quod cum anno proxime preterito de mense jiullii ipse testis et dictus Paulus essent in loco Ulisbone, transmissus fuit ipse testis per eundem Paulum ad insulam Amaderie causa emendi rubas duomilia quadringentas sucarorum in plus, cui quidem testi dacti ex tune fuerunt per dictum Paulum vel alium pro eo, occaxione predicta , regales centum quindecim milia et inde, dum ipse testis esset in dicta insula Amaderie, etiam transmissi fuerunt ipsi resti per eundem Paulum seu alium pro eo, occaxione premissa, usque ad summam regalium trecentum duodecim milia vel circa, computatis dictis regalibus centum quindecim milia, et hoc usque ad illud tempus quo ad dictam insulam apulit navigium patronisatum per Ferdinandum Palensium portugalensem, in et super quo navigio onerari debebat dicta sucarorum quantitas….
(Il quale Cristoforo testimonio predetto, toccate di sua mano le Sacre Scritture e fatto il giuramento di dire e testificare la verità, disse in testimonianza di sapere soltanto le cose contenute nel titolo, e cioè essere verità che mentre nell’anno precedente e nel mese di luglio esso teste e il detto Paolo si trovavano nel luogo di Lisbona, egli fu mandato dallo stesso Paolo all’isola di Madera per comprare duemilaquattrocento rubbi di zucchero e più, e che ad esso testimonio furono perciò consegnati dal detto Paolo e da altro in suo nome centoquindicimila “reali”; e che poi, mentre lo stesso teste si trovava nella detta isola di Madera, gli fu ancora mandato dallo stesso Paolo o da altro in suo nome per la ragione suddetta (tanta moneta) fino alla somma di trecentododicimila “reali” circa, computandovi i centoquindicimila “reali”, e ciò fino al tempo in cui approdò in detta isola una nave comandata da Ferdinando Palencia portoghese, nella quale nave doveva essere caricata la detta quantità di zuccheri….).
Foglio III verso
FOGLIO IV (recto) – Col. I, righe 16-30:
Interrogatus si est de proximo recessurus, responditL: sic, die crastino de mane pro Ulisbona.
Interrogatus qottannis est, quantum habet in bonis et quam partem vellet obtinere, respondit quod est etatis annorum viginti septem vel circa, habet florenos centum et ultra et vellet obtinere jus habentem.
Actum Janue in contracta Sancti Siri, videlicet in scagno dicti Lodi xii, anno Dominice Nativitatis millesimo quadringentessimo septuagessimo nono, indicione undecima juxta morem Janue, die mercurii vigessima quinta Augusti….).
(Interrogato se deve partire presto, risponde: si, domani mattina per Lisbona.
Interrogato quanti anni ha e quanto possiede in averi, e quale delle due parti egli desidera che sia vittoriosa, risponde che egli è dell’età di ventisette anni circa, che possiede cento fiorini e più e che desidera che vinca quella parte che ha ragione….
Fatto in Genova nella strada di San Siro, ossia nell’ufficio del detto Lodovico, nell’anno della Natività del Signore 1479, nell’undecima indizione secondo l’uso di Genova, nel giorno di mercoledì 25 di agosto….)
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Bel disegno di Elena Pongiglione per il libro di Simonetta Conti “L’Ammiraglio del Mare Oceano” dove viene descritta la scena della deposizione giurata di Cristoforo Colombo nello scagno di Ludovico Centurione in contrada San Siro davanti al notaio Girolamo Ventimiglia in data 25 agosto 1479.
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