
Bernardo Strozzi, detto il Cappuccino o il Prete genovese ( Genova 1581 – Venezia 1644).
Affresco “Allegoria dell’Evangelizzazione del Nuovo Mondo”. 1623-1624.
L’affresco era stato commissionato da Luigi Centurione a Bernardo Strozzi con un contratto siglato il 23 agosto 1623. Lo Strozzi non riuscì a rispettare i tempi e le condizioni del contratto così il Centurione lo accusò di aver fatto un lavoro scadente e incompleto, e lo portò in tribunale.
Volta della Sala dell’Allegoria della Fede. Primo piano nobile di Palazzo Nicolosio Lomellino, Genova.

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Cristoforo Colombo è rappresentato in piedi su un lembo di terra del Nuovo Mondo mentre porge la mano sinistra ad una figura femminile che porta una croce per aiutarla a scendere. Nella mano destra tiene un astrolabio, strumento nautico a forma di disco con un cannocchiale astronomico, che serviva a misurare l’altezza delle stelle sull’orizzonte. La figura femminile rappresenta allegoricamente la Fede accompagnata e sorretta da due angeli e dai Quattro Evangelisti. Sullo sfondo alcune navi alla fonda.
L’Ammiraglio del Mar Oceano è visto sotto l’aspetto missionario dell’impresa, colui che porta la Croce e la Fede nel Nuovo Mondo. Il motto della famiglia Centurione “Sola Fides sufficit” sottolinea il significato dell’affresco. Tra la famiglia Centurione e Cristoforo Colombo c’era un’amicizia che risaliva perlomeno già al 1478-1479, quando aveva compiuto un viaggio all’isola di Madeira per procurare a un altro Luigi Centurione, un carico di zucchero da rivendere a Genova.

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Intorno alla scena dello sbarco della Fede nel Nuovo Mondo Bernardo Strozzi ha disegnato scene di vita degli indigeni. Madri che danno da mangiare ai propri figli. Donne che giocano con i bambini . Indigeni che si dedicano alla pesca armati di lance e frecce. Un riferimento al cannibalismo dei Caribi. Indigeni che danzano. E altre scene sulla ricca fauna del Nuovo Continente.


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Decorazione sulla destra
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Palazzo Lomellino fu costruito tra il 1563 e il 1569 da Nicolosio Lomellino, ricco mercante di corallo. Cambiò più volte proprietario, passando dalle famiglie Centurione, Pallavicini e Raggi, fino ad arrivare agli attuali eredi del barone Andrea Podestà, che lo acquistò nel 1865.
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Entrata di Palazzo Lomellino.
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Il cortile con il ninfeo
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