Dice il Sumario:

Si gettò di nuovo la sorte per mandare un pellegrino a Santa Maria di Loreto, che è nella marca d’Ancona, terra del Papa, che è la casa dove la Madonna ha fatto e fa tanti grandi miracoli, e la sorte toccò ad un marinaio. dal Puerto de Santa Maria si chiamava Pedo de Villa, e l’ammiraglio gli promise dei soldi per il viaggio.

Dice Fernando Colòn:

Poscia sortirone un altro peregrino alla Madonan di Loreto, e toccò la sorte ad un marinaio del Porto di santa Maria di Santogna, chiamato Pietro della Viglia. (Es el texto de 1571; la de 1578 tirne ya algunas menudas variantes de ortografia, y la edicion de 1685 dice Pietro de Vigilia, falta de imprenta evidente. Esta traduciòn al castellano es moderna, la màs antigua (de Barcia) ofrece pequenas diferencias, sin importancia alguna). Poi sorteggiarono un altro pellegrino per Nostra Signora di Loreto e il sorteggio andò a un marinaio del porto di Santa Maria de Santoña. , detto Pedro de Villa.

Dice Las Casas  (Forse dobbiamo ripetere che in tutto questo lavoro non ci siamo accontentati del testo stampato di Las Casas (edizione del 1874 nel Doc. Inéd. para la Hist. de Espana, recentemente ristampato dalla casa editrice Aguilar). Quando abbiamo iniziato il lavoro, consultare il manoscritto non era così semplice come lo è adesso. Cerchiamo presto di verificare tutte le citazioni tenendo conto del manoscritto originale) nella sua Historia : 

Si convenne che si tirasse nuovamente la sorte per mandare i pellegrini a Sancta Maria de Loreto, che è in provincia di Ancona, che è la casa devotissima di Nostra Signora Sancta Maria; e dove compie, come si dice, molti grandi miracoli. Questa volta la fortuna toccò a un marinaio del porto di Sancta Maria, a tre leghe da Sanlucar de Barrameda, e si chiamava Pedro de Villa; al quale l’Ammiraglio promise di dare soldi per le spese.

Osservazioni. Non sappiamo se il voto fu mantenuto, e neppure se fu mantenuta la parte di esso che spettava all’Ammiraglio. Non ho trovato note sulle spese personali di Colòn intorno a quella data, che non ho potuto guidare in questo; Ma mi sorprende molto il silenzio del figlio circa il tratto di liberalità del padre, la cui promessa era stata evidentemente scritta nel Diario.  Sebbene il marinaio non abbia obbedito e non abbia mai chiesto i soldi, sembrava naturale che Fernando Colòn facesse riferimento all’offerta. Non ho notizia che qualche investigatore abbia cercato ad Ancona qualche traccia della vicenda; ma visto l’ammirevole lavoro dei curatori della Raccolta, suppongo che in Italia tutto il fattibile sia già stato fatto. (La Raccolta non fa alcuna annotazione di questo; ma si tenga presente che di solito non dà esiti negativi.) E sarebbe davvero straordinario se rimanesse la registrazione della visita di uno dei tanti pellegrini senza alcuna  importanza. (D’altra parte c’è un voto fatto da Colombo e quasi contemporaneamente, del cui adempimento mi stupisco che non si abbiano notizie. Per rendere più chiaro ed evidente ciò che riguarda il nostro membro dell’equipaggio, non abbiamo copiato la frase precedente e quella successiva in cui si parla di altre due votazioni alle quali Pedro de Villa non ha preso parte. Dicono: “Ordinò che un pellegrino fosse mandato a Sancta Maria de Guadalupe, e prendesse una candela fatta di cinque libbre di cera, e che ognuno facesse voto che chiunque fosse scelto avrebbe completato il pellegrinaggio, per il quale avrebbe ordinò di portare quanti ceci  vennero sulla nave, e uno puntò con un coltello, facendo una croce, e li mise in un berretto ben vestito. Il primo a metterci la mano fu l’ammiraglio, e tirò fuori il cece con la croce, e così la sorte cadde su di lui, e naturalmente si considerò pellegrino e debitore di andare a compiere il voto. La sorte fu nuovamente tirata… (continua ciò che è stato detto su Pedro de Villa).  Un altro pellegrino accettò di essere mandato a vegliare una nuova notte a Sancta Clara de Moguer, e fece dire una messa, per la quale i ceci furono nuovamente fusi con quello con la croce, e la sorte toccò all’ammiraglio stesso.”)

Ci sono tradizioni secondo cui il pèellegrinaggio  a Santa Clara si compì; e qualcosa che ci sembra un indizio abbastanza convincente della visita in Guadalupa è sopravvissuto per iscritto. È la frase di Fernando Colon quando racconta che suo padre diede il nome Guadalupe ad una delle prime isole trovate nel 1493 “per devozione e su richiesta dei monaci del convento di quella dedica, ai quali aveva promesso di dare a un’isola il nome del suo monastero”. Tale promessa deve essere stata fatta nell’intervallo tra il primo e il secondo viaggio.

Negli archivi del convento sono state trovate notizie interessanti sulle Indie: crediamo che possa ancora apparire qualche riferimento ad una visita dell’Ammiraglio nel 1493. La cosa più interessante già trovata che riguarda Cristoforo Colombo è del 1496. È il registrazione del battesimo di Doc e dei suoi servi, che con ogni probabilità erano due indiani portati dal Secondo Viaggio. Con il benevolo aiuto di Padre Fray Carlos de Villacampa, abbiamo copiato quanto pubblicato dal suo predecessore. Fray Isidoro Acemel, nella rivista Monasterio de Guadalipe, anno 1916, p.221.

 

 

 Ci viene in mente un’altra osservazione. È chiaro che Las Casas e Fernando Colòn si basano su un unico testo, quello dello scomparso Diario; Inoltre è probabile che Las Casas abbia consultato quanto già scritto da don Fernando. Pertanto, non sorprende che ci sia una differenza in ciò che dicono sull’origine del marinaio. La “Vita dell’Ammiraglio” dice chiaramente che era del “Porto di Santa Maria de Santona” mentre il Sommario estratto da Las Casas si accontenta
di dire “Puerto de Santa Maria”, e quando Las Casas scrive la sua Storia, amplifica lo in un altro modo, dicendo “Puerto de Santa Maria, tre leghe da Sanlucar de Barrameda”.                                                                                                                                     

In tutto ciò che riguarda questo marinaio, crediamo di vedere chiaramente, anche più del solito, quali sono state le interpolazioni o modifiche apportate da Las Casas. Non è affatto probabile che Colombo, scrivendo perché lo leggessero i Re, avrebbe loro spiegato che Loreto è nella marca di Ancona, terra del Papa; nemmeno che sia la casa di molti miracoli; Las Casas scriveva per un pubblico meno selezionato, per il quale un commento del genere poteva sembrare significativo. Pensando a ciò siamo già pronti a sospettare che la differenza importante su Santa Maria possa essere una sua precisazione. Non sapeva (crediamo) quello che noi sappiamo bene, cioè che l’armatore e comandante della capitana Santa Maria era di Santona (Ciò venne rivelato per la prima volta nel 1851, all’epoca della pubblicazione della “Biblioteca Maritima”, opera postuma del Navarrete. Las Casas sapeva che il capitano del la capitana e la maggior parte dei suoi marinai erano del nord, ma ne lasciò tanti alla Navidad, e la Niña che portava così tanti dell’Andalusia, non credo che sarebbe accaduto che Santona fosse più di un errore di penna.), l’accenno a quella città lo avrebbe sorpreso, e avrebbe creduto che si trattasse di un errore. Senza di ciò, la sua amplificazione sarebbe tanto inspiegabile quanto inutile. Ma non vediamo perché Fernando Colòn dovrebbe leggere Santona se non fosse vero, e notiamo che attribuisce la stessa origine ad un altro marinaio (Si tratta di Ruy Garcia, che non compare a Las Casas. Fernando Colòn fa pochissimi nomi; cita solo tre marinai in pianura, e le uniche provenienze da lui annotate sono di questi due marinai di Santona. Che Pedro de Villa fosse nel Diario è evidente, perché è nel Riassunto estratto. È possibile che Ruy García non fosse lì ; ma se il suo nome fosse lì, allora la sua omissione da parte di Las Casas nel Riassunto ci suggerirebbe ancora una volta il suo dubbio sulla probabilità di un errore). Queste sciocchezze sulle navi e sui marinai potevano emergere nelle conversazioni tra padre e figlio, mentre Las Casas non aveva altro che la scrittura su cui basarsi. Quanto a Santona, cittadina vicino a Laredo, il suo quartiere marittimo si chiamava sempre Santa Maria del Puerto, con riferimento alla sua antica chiesa, e di tanto in tanto l’intero abitato veniva compreso in quel nome. Non sempre l’ordine delle parole è ben rispettato; E tra i documenti riguardanti Santa Maria del Puerto, ha attirato la nostra attenzione trovarne alcuni in cui lo chiamano (quiaà per errore, ma in lettere chiare) Puerto de Santa Maria. Chi ha lavorato su Juan de la Cosa ha la dolorosa opportunità di sapere quanto sia difficile a volte distinguere tra i due porti, quello del nord e quello del sud (Infine, le abbreviazioni stma e stona nella scrittura aulica sono così simili che si può esitare a distinguerle. C’è un caso, un documento della lettera non chiaro, in cui abbiamo deciso per Santona solo per la linea che di solito circonda la o dell’ora, e per il fatto che la Regina è a Laredo quando firma il documento. Anche Navarrete lo legge come Santona. (Nav.,III.n^2.)

Riteniamo quindi che con ogni probabilità Pedro de Villa fosse un marinaio di Santona e che facesse parte dell’equipaggio della nave ammiraglia, anche se ritornò in Spagna sulla Niña. Non abbiamo più notizie di lui. Che avesse adempiuto o meno al suo voto, ciò gli avrebbe impedito di arruolarsi nuovamente.Prima di lasciare questi undici Pedro, dobbiamo meditare sulla possibilità di duplicazioni tra gli undici. Ce ne sono due (Pedro Gutierrez e Pedro Alonso Niño) che sono troppo importanti per essere confusi con qualcuno; Inoltre, Terreros e Salcedo si sono distinti nettamente. Ne restano sette, tre marinai (Pedro Arràez, Pedro Sànches de Montilla e Pedro de Villa), due mozzi (Pedro Tegero e Pedro de Lepe) e due di categoria sconosciuta (Pedro de Arcos, che sono sulla Pinta, e Pedro Izquierdo, vicino di Lepe). Marinai e mozzi devono formare gruppi diversi, e guardando i marinai vediamo che due di loro compaiono nel Ruolo con stipendi separati, e quindi sono due persone, anche se ammettiamo che a rigor di logica il terzo marinaio (Pedro de Villa ) potrebbe essere uno di loro con un altro cognome. È l’unico dubbio possibile riguardo a Pedro de Villa, perché a causa del quartiere non può essere Pedro Izquierdo, e a causa della sua caravella non può essere Pedro de Arcos, anche se questi ultimi potrebbero essere pseudonimi degli altri marinai nel caso in cui Villa  non lo sia. Ma queste due possibilità riguardo ai marinai sono così remote che sembra quasi eccessivamente scrupoloso parlarne.

Resta da considerare la possibilità di confusione tra quattro persone di cui non sappiamo quasi nulla. Sono: Pedro Tegero e Pedro de Lepe (di cui non sappiamo altro che erano mozzi e che Pedro de Lepe morì a La Navidad), Pedro Yzquierdo (vicino di Lepe e condannato a morte) e Pedro de Arcos ( di cui sappiamo solo che ero nella Pinta). Per quanto riguarda questi, la possibilità di duplicazione non è così remota; anche se possiamo almeno dire che Pedro de Lepe e Pedro Izquierdo devono essere diversi (Vedi su Pedro de Lepe il Bollettino del luglio 1927. È probabile che fosse residente a Redondela.)

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A ricordardo del  voto fatto da Cristoforo Colombo alla Madonna di Loreto, nella Cappella dei Santi Pellegrini c’è un  modellino di nave  con a lato una scritta che ricorda l’episodio.

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e inoltre un affresco   realizzato da Cesare Maccari che si trova nella cupola della Basilica  di Loreto  decorata negli anni 1892 -1908.

L’artista ha immaginato lo stesso Colombo raffigurandolo in ginocchio dentro la Santa Casa, sulla sinistra, accanto a un sacerdote, mentre Pedro de Villa di schiena con il modellino di una caravella in mano, probabilmente la “Nina”, lo offre alla Madonna come ex voto per il grave pericolo scampato.

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Su YouTube il filmato “Il voto di Cristoforo Colombo alla Vergine lauretana” commentato dal frate Giuseppe Santarelli  Storico della Santa Casa.

   

 
Informazioni su Bruno Aloi 950 Articoli
Bruno Aloi. Nato a Genova nel 1941, si diploma nel 1960 presso l'Istituto Tecnico Nautico San Giorgio di Genova. Nel 1966 consegue il titolo professionale di Capitano di Lungo Corso. Laureato in Lettere con la tesi "I Liguri nella Gallia meridionale". Molteplici sono i momenti che segnano il percorso di Bruno Aloi, da ufficiale di coperta agli incarichi in diverse specializzazioni formative (corsi di sopravvivenza, mezzi di salvataggio, antincendio di base ed avanzato, corso superiore radar, familiarizzazione navi chimiche, ) fino all'abilitazione a comandante Certificazione S.T.C.W. 1978/95 rilasciato il 28/1/2002. Particolarmente significativa è la sua attività in campo culturale, per un decennio soprintende alla promozione delle grotte di Borgio Verezzi come presidente del Gruppo Grotte Borgio Verezzi. Nell'ambito delle esplorazioni ipogee visita il Marocco, l'Algeria e la Siria su invito del Ministro del Turismo Siriano. Socio onorario dello Speleo Club de l'Aude et de l'Ariège (Francia). In qualità di Presidente dell'Associazione per il Recupero del Genovesato, Bruno Aloi promuove nel 1986 la riapertura dei forti genovesi Sperone e Begato, con eventi di spettacolo, mentre partecipa all'iniziativa "Artisti per il Centro Storico" (1990). Premio Regionale Ligure 1987. Premio "Gente di Mare" 2002. Viareggio. Socio onorario della Società Nazionale di Salvamento. Tra le altre cariche assunte, lo ricordiamo presidente di Al Sham, associazione per le relazioni tra Italia e Siria contibuendo al gemellaggio della città di Genova con la città di Latakia (l'antica Laodicea). Giornalista pubblicista dal 14/6/1989 iscritto all'Ordine Nazionale dei Giornalisti Roma Tessera N. 170551.. Presidente del Comitato Nazionale per Colombo.

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