Cristoforo Grasso, nativo della Val Polcevera (sec. XVI), iscritto all’arte dei pittori di Genova, noto anche con il cognome Grassi. “Veduta di Genova nel 1481”. Eseguita nel 1597.
Tempera su tela attualmente al Galata Museo del Mare a Genova, precedentemente nella sede del Civico Museo Navale di Genova Pegli.
Nel cartiglio si legge “antica pittura che l’ingiuria del tempo portò alla consunzione e sull’esempio di essa I Padri del Comune ne ordinarono il ripristino”, pertanto, secondo il Poleggi, il Grasso o Grassi, copiò l’antica carta che andava in rovina e che il Comune volle conservare a testimonianza dell’evento storico della flotta noleggiata dal papa Sisto IV e pronta a salpare.
Rappresenta lo spiegamento navale della flotta genovese posta sotto il comando di Paolo Fregoso, in partenza per congiungersi alla foce del Tevere con altre navi chiamate a raccolta da papa Sisto IV per liberare Otranto occupata l’anno precedente dai turchi.
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E qui è bene fare un sunto storico per inquadrare meglio la partecipazione delle galee genovesi alla liberazione di Otranto.
Otranto era caduta l’11 agosto 1480 in mano dei turchi posti sotto il comando di Gedik Ahmet Pascià, noto come Giacometto, rinnegato greco o forse albanese. Entrati in città i turchi iniziarono a massacrare gli abitanti e si parla di seimila morti compresi quelli morti durante l’assedio. Il 14 agosto agli 800 superstiti del massacro venne imposto di convertirsi all’islam, e al loro rifiuto vennero tutti trucidati. Il papa Sisto IV proclamò la crociata contro i Turchi , armò 5 galee ad Ancona ed inviò il cardinale Savelli a Genova per noleggiarne altre. Come attesta il Giustiniani il cardinale ottenne 24 galee sotto il comando di Paolo Fregoso. Il 30 giugno 1481 tutte le galee si radunarono alla foce del Tevere,ricevendo la benedizione papale. Il 4 luglio salparono da Civitavecchia e si riunirono a Napoli ad altre galee portoghesi e napoletane sotto il comando di galeazzo Caracciolo, proseguendo insieme per assediare Otranto. I turchi assediati per mare e per terra il 10 settembre 1481 si arresero, Ahmet Pascià riconsegnò la città al duca Alfonso di Calabria e ottenne di rientrare sano e salvo a Valona in Albania.
Sisto IV si complimentò con il Fregoso invitandolo a proseguire per Valona per distruggere la flotta turca . Galeazzo Caracciolo concordava con il disegno papale di un attacco in Albania ma Fregoso non volle muoversi da Otranto a causa di problemi sorti con i proprietari delle galee genovesi : dispute sulla ripartizione del bottino, dispute sul mancato invio della paga lamentato dai capitani, stagione avanzata, casi di peste, e comunicò il suo rientro al re di Napoli. Arrivato a Civitavecchia continuò a rifiutare le proposte del papa Sisto IV e l’armata navale fu sciolta Il 3 ottobre a Civitavecchia alla presenza del papa si tenne il Concistoro e il legato napoletano accusò il Fregoso di aver sabotato il progetto di attacco alle coste albanesi. Era presente G. Stella, uno dei padroni delle galee genovesi che denunciò l’ingiusta esclusione della flotta e dei balestrieri genovesi dal bottino, il rifiuto di vettovagliamento opposto dal duca di Calabria e avanzò sospetti sulla sincerità napoletana circa il progetto albanese. Comunque la flotta genovese rientrò a Genova sciogliendosi.
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