Sono poche le informazioni in nostro possesso sulla vita del cartografo e marinaio veneziano Andrea Bianco.
Riferimenti cronologici sono forniti da due documenti, datati e firmati, realizzati dallo stesso.
Il primo è un Atlante composto a Venezia nel 1436 e conservato presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia; il secondo è una carta nautica eseguita a Londra nel 1448, oggi alla Biblioteca Ambrosiana di Milano (F. 260 inf.), raffigurante importanti novità nel disegno della costa atlantica africana frutto delle coeve scoperte portoghesi.
L’attività di cartografo è supportata da una lunga esperienza in mare. Nel fondo Collegio, Notatorio, dell’Archivio dei Frari il nome del Bianco appare dieci volte fra il 1437 ed il 1451: egli risulta, infatti, iscritto alla prova per “ammiraglio” nelle galee della Tana (1437), alla prova per “ammiraglio” e “uomo di consiglio” nelle galee di Fiandra (1438), di Beirut e di Alessandria (1440), di Fiandra (1443), di Romania (1445), di Fiandra (1446), di Barberia (1447), ancora di Fiandra (1449, 1450, 1451).
Ed è questo il motivo per cui viene chiamato negli anni ’50 a collaborare alla realizzazione del Mappamondo nel laboratorio cartografico di Fra’ Mauro. Lo testimonia, tra le altre, la nota del 10 marzo 1459 del Libro di entrata e uscita di San Michele di Murano in cui si legge di una somma dovuta a Andrea Bianco «per suo premio del lavorier lui fece al dicto Mapamundi» e devoluta a celebrare messe in suo suffragio, essendo l’uomo nel frattempo scomparso.
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L’Atlante marciano del 1436.
Il documento membranaceo è giunto in Marciana per lascito di Giacomo Contarini nel 1713.
Consta di dieci tavole (26 x 38 cm circa): un compendio delle operazioni trigonometriche fondamentali per la navigazione, sette carte nautiche, un planisfero circolare e un mappamondo tolemaico.
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La tavola mostra istruzioni e semplificazioni per l’uso della raxon de marteloio, un prontuario per il calcolo a mente delle correzioni di rotta. Al centro si trovano tre rose dei venti.
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Nel cartiglio «Andreas Biancho de Veneciis me fecit MCCCCXXXVI».
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Mediterraneo occidentale con costa atlantica dell’Africa settentrionale
In tutte le carte nautiche la linea di costa è realizzata in color seppia, le isole in rosso, blu e oro, gli scogli affioranti in nero, le foci dei fiumi in giallo. In mezzo a ciascuna carta sta un centro principale a sedici direzioni indicate con le iniziali dei venti (Ostro, Ponente, Tramontana, Levante) e dei mezzi venti (Affricino, Maestro, Greco, Scirocco). Nell’Atlantico, definito mar de spagna, si possono osservare al limite occidentale le isole de antillia e satanaxio.
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Coste atlantiche dell’Europa, Inghilterra, Scozia e Irlanda (“Inghellttera”, “Schocia”, “Iruanda”).
Nel mar de baga (Portogallo) si trovano le isole de uentura e de berzil.
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Regioni scandinave con la penisola danese e le coste norvegesi
All’estremo ovest è possibile osservare in rosso l’isola di Thule (ixola ttiles), come da tradizione classica. Il luogo è così descritto: «Ttile est lochus inabitabilis quan i[n] istate nichil potest chresere per chaloren et i[n] gieme p[ro]pter mag[ni] figoris chonzelacio[n]is».
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Il planisfero circolare è orientato a est e i toponimi sono indicati in lingua latina.
Come da tradizione medievale la città di Gerusalemme è posta al centro, il Paradiso Terrestre nell’estremo oriente con le sorgenti dei fiumi Tigri, Eufrate, Gange e Nilo, ed è possibile osservare la presenza di elementi fantastici.
L’Africa appare chiaramente circumnavigabile.
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Qui l’Ecumene orientato per comodità a nord.
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Il mappamondo tolemaico riporta toponimi e iscrizioni in latino.
Rappresenta un’importante testimonianza della presenza di manoscritti della Geografia e delle carte tolemaiche a Venezia e la loro circolazione al di fuori dei circoli umanistici.
Andrea Bianco infatti non conosceva il greco e probabilmente poco la lingua latina.
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