El Vuelo Panamericano “Pro Faro de Colón”.
L’obiettivo era quello di toccare con una squadriglia aerea, in 53 tappe, ben ventisei nazioni del sud, centro e nord America, al fine di ricevere sostegno per la costruzione di un Grande Faro alla memoria del “Gran Almirante de la Mar Océana”.
L’idea di costruire il Faro prese forma e venne approvata all’unanimità alla Quinta Conferenza Internazionale Americana tenutasi nel 1923 a Santiago del Cile. Il Faro avrebbe dovuto essere eretto nella Repubblica Dominicana dove Colombo fondò la prima enclave nel suo primo viaggio al Nuovo Mondo.
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La Società Colombista Panamericana, con sede all’Avana, invitò nel maggio del 1937 i Governi di Cuba e della Repubblica Dominicana a formare una squadriglia aerea che percorresse l’intero continente americano in un viaggio di buona volontà al fine di realizzare il monumento. Il progetto ebbe subito il sostegno del presidente di Cuba Federico Laredo Bru e del presidente della Repubblica Dominicana Rafael Trujillo. Cuba aderì con tre aerei e la Dominicana con uno.
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La squadriglia, conosciuta come “Escuadrilla Binacional Pro Faro de Colón”, era composta da tre aerei Stinson Reliant SR-9 cubani ed un Curtiss Wright CW-19R dominicano.
I tre aerei cubani erano:
– Santa María: Tenente, Antonio Menéndez Peláez. Navigatore meccanico, Manuel Naranjo;
– La Niña: Tenente, Feliciano Risetch Amat. Meccanico, Roberto Medina);
– La Pinta: Tenente, Alfredo (Fillo) Jiménez Alum. Meccanico, Pedro Castillo, e in aggiunta il giornalista Ruy de Lugo Viña y Quintana reporter ufficiale del volo;
L’aereo dominicano era:
– Colón : Maggiore Frank A. Féliz Miranda, capo squadriglia: Meccanico , il sergente maggiore Ernesto Tejeda Matos);
Il tenente Antonio Menéndez Peláez aveva una grandiosa esperienza di volo a grande distanza, fu il primo latinoamericano a sorvolare in solitaria l’Atlantico su un Lockheed 8A Sirius monomotore, durante il suo volo Camaguey-Siviglia nel 1936.
Il maggiore Frank Féliz Miranda fu uno dei primi piloti dell’aviazione dominicana ottenendo il brevetto a Cuba nel 1931.
Il giornalista Ruy de Lugo Viña y Quintana reporter ufficiale del volo.
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La partenza era stata programmata per il 12 ottobre, anniversario dell’arrivo di Colombo in America, ma un incidente subìto dall’aereo cubano La Niña obbligò a spostare la data di partenza che venne effettuata il 12 novembre 1937 alle 09.00. La squadriglia partì dall’aeroporto di Miraflores di Ciudad Trujillo (odierna Santo Domingo), Dominicana.
Alle 12.40 dello stesso giorno la squadriglia toccava San Juan di Portorico. Il 14 novembre era a Caracas in Venezuela per poi atterrare in un altro luogo colombiano come Port Spain a Trinidad. E poi un susseguirsi di scali come Paramaribo (allora Guayana Olandese), Belen e Fortaleza, Natal, Recife, Baya e Rio de Janeiro (Brasile).
Alle 12.45 del 30 novembre la squadriglia atterrava a Montevideo (Uruguay) con l’intenzione di proseguire per Asunción (Paraguay); ma il presidente dell’Uruguay informò che in quel paese erano stati segnalati casi di febbre gialla e così si decise di proseguire il 3 dicembre per Buenos Aires (Argentina). Seguiva una lunga sosta nella capitale argentina e l’8 dicembre i quattro aerei decollarono per Santiago del Cile. Il 13 dicembre gli aviatori atterravano a La Paz (Bolivia) tra ali di folla ed entusiasmo alle stelle per un raid storico eccezionale mai tentato sino ad allora.
Il 15 dicembre sorvolando il Perù la squadriglia “El Vuelo Panamericano” incappò in una nebbia insidiosa che costrinse gli aerei a dividersi. La “Niña” atterrò nella valle di San Juan, la “Santa Maria” giunse felicemente a Lima, mentre gli aerei “Colón” e “Pinta” atterrarono prima a Pisco per poi proseguire per l’aeroporto internazionale di Limatambo di Lima.
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In ordine sparso arrivarono a Bogotà (Colombia) il 26 dicembre 1937, dove fecero una revisione tecnica, imbarcarono combustibile e ripartirono il 29 dicembre 1937 per il Panama.
A pochi chilometri da Bogotà i tre aerei cubani presero la direzione del rio Cali incappando in una tempesta.
A causa del sovraccarico dei serbatoi pieni di carburante gli aerei volavano troppo in basso.
In una curva del fiume intorno a Las Nieves, vicino al piccolo villaggio di Felidia, il tenente Antonio Menéndez Peláez forse cercando di evitare la curva e sorvolarla cercò di girare l’aereo. Gli altri seguirono cercando di mantenere la formazione ma data la ristrettezza del canyon del fiume persero il controllo e andarono a schiantarsi sulle pareti rocciose incendiandosi.
I membri dei tre aerei (Santa Maria, Niña e Pinta) della squadriglia cubana.
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L’aereo dominicano “Colón” che veniva dietro, ma volava più in alto, non si accorse della sciagura. Il maggiore Miranda ed il meccanico Ernesto Tejada ne vennero a conoscenza solo alle 14.30 del 29 dicembre 1937 all’atterraggio a Panama organizzando subito le fasi del recupero e decidendo di porre fine al volo panamericano.
I resti degli aviatori e del giornalista al seguito arrivarono il 18 gennaio 1938 al porto dell’Habana con la nave scuola Patria. Furono ricevuti a Cuba con grandi scene di dolore popolare e le spoglie vennero esposte nel Capitolio Nacional. Al funerale assistettero il Presidente, i membri del governo, il corpo diplomatico e migliaia e migliaia di cittadini dell’Habana. Poi le spoglie vennero tumulate nel Panteón Militar del Cementerio de Colón, lo splendido cimitero cubano che é una vera e propria opera d’arte.
II 29 dicembre 1938, primo anniversario della catastrofe, il governo cubano, in coordinamento con le autorità colombiane, eresse un piccolo obelisco nel luogo in cui caddero i tre aerei cubani.
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Attualmente l’aereo dominicano “Colón” è conservato in un piccolo parco all’ingresso della base aerea di San Isidro, nella Repubblica Dominicana.
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Il Faro a Colón fu finalmente costruito e inaugurato nel 1992, V° Centenario della scoperta dell’America e 55 ° anniversario dello storico e tragico ” El Vuelo panamericano”
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