GENOVA – ORGANIZZATO DALL’INTERNATIONAL COMMITTEE FOR CHRISTOPHER COLUMBUS ICCC)-COMITATO NAZIONALE PER COLOMBO (CNC), IN COLLABORAZIONE CON L’ISTITUTO DI STUDI SUI CONTI DI LAVAGNA (ISCL), SI È TENUTO VENERDÌ 14 DICEMBRE, NELLA PRESTIGIOSA SALA CONSILIARE DELLA PROVINCIA DI GENOVA, IL CONVEGNO:
“EL ALTO VIAJE/ IL GRANDE VIAGGIO – IL IV VIAGGIO DI CRISTOFORO COLOMBO E NOTE SU BARTOLOMEO FIESCHI DELLE INDIE”

I RELATORI E UNA RAPPRESENTANZA DEL NAUTICO
GENOVA – “Il 9 maggio 1502 il grande navigatore salpò da Cadice con quattro navi, la Capitana, la Gallega, la Santiago de Palos e la Vizcaina posta sotto il comando di Bartolomeo Fieschi. Scopo di questo quarto ed ultimo viaggio di scoperta era quello di trovare lo stretto che collegasse le terre, da poco scoperte, con le Indie. La spedizione toccò le coste dell’Honduras, Nicaragua, Costarica e Panama, dove si dovettero abbandonare la Gallega e la Vizcaina, letteralmente mangiate dalle terenidi, molluschi bivalvi xilofagi. Un problema antico, già conosciuto dai romani , che per difendersi dai loro attacchi portavano le navi in acque dolci e usavano coprire gli scafi con lamine di piombo e chiodi di rame, e poi risolto con vernici protettive e idrorepellenti.
Nella lettera scritta dall’isola di Giamaica ai reali di Spagna il 7 luglio 1503, la cosiddetta “lettera rarissima”, così definita nel 1810 dall’abate Jacopo Morelli, bibliotecario della “Marciana” di Venezia, l’Ammiraglio rievoca l’episodio: ” Partimmo in nome della Santa Trinità la notte di Pasqua con li navigli marci e muffolenti, tutti fatti pieni di buchi. Lassai uno, il più tristo, lì in Beleem, con assai cose: in Bel Porto feci il simile. Non mi rimasero salvo che due in stato delli altri, e senza barche, né provvisione alcuna, per avere da passare sette miglia di mare e acqua; o morire in cammino io con il povero figlio, e fratello, e tanta gente”.
Un’abbondante nevicata con relativi disagi alla circolazione ferroviaria e la città semiparalizzata, non hanno bloccato i relatori che sono riusciti ad arrivare in Provincia a grande fatica. Lo stesso commissario straordinario della Provincia di Genova, Piero Fossati, impegnato dall’emergenza delegava il funzionario Augusto Roletti a portare i saluti ai convenuti.
Bruno Aloi, presidente dell’International Committee for Christopher Columbus introduceva il Convegno e illustrava “El Alto Viaje” come amava definirlo Cristoforo Colombo nei pochi anni che gli restarono da vivere.
Paola Presciuttini coadiuvata da splendide carte geografiche, tra cui la celebre carta di Juan de la Cosa risalente al 1500, considerata la prima carta che rappresenta il Nuovo Mondo, incantava i coraggiosi presenti con “La cartografia all’epoca di Cristoforo Colombo”.
Seguiva Giorgio Bazzurro con una interessante relazione “Alcune note sul navigare oceanico alla vigilia del IV° viaggio”, pane per gli studenti del Nautico San Giorgio presenti in sala che ponevano pressanti domande al professore di navigazione, Maurizio Boddi, che li aveva accompagnati. Si passava poi al personaggio Bartolomeo Fieschi detto “delle Indie” comandante della Vizcaina. Aldo Agosto riferiva ulteriori dati sui rapporti tra la famiglia Colombo ed i Fieschi a conferma degli stretti legami politici già conosciuti “Colombo e i Fieschi, nuovi dati e prospettive di ricerca”. Daniele Calcagno sviscerava le notizie riguardanti la vita di Bartolomeo Fieschi con “Appunti per una biografia di Bartolomeo Fieschi delle Indie”. Marina Cavana faceva una panoramica su “Genova nell’età del IV° viaggio: il caso Fieschi”, mentre Barbara Bernabò presentava una ricerca su “Chiavari nell’età di Cristoforo Colombo e di Bartolomeo Fieschi delle Indie”.
Al termine della giornata di studio è stato letto un messaggio di saluto dell’avvocato Elvira Neslin Arce Mendizabal, ICCC Goodwill Ambassador per la repubblica di Panama, che in un intervento video da Panama City dha fornito informazioni sul relitto della Vizcaina trovato nelle acque territoriali dell’odierna repubblica panamense e dei progetti di recupero, sottolineando l’interesse nel suo paese verso la figura del navigatore genovese, che nel Natale del 1503 si trovava alla fonda presso quello che oggi è il porto di Cristobal, nella zona del canale di Panama. A pochi passi da quell’Oceano Pacifico che avrebbe dovuto portarlo alle Indie.
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