
Editto di Granada conosciuto anche come Decreto dell’Alhambra.
Dopo la conquista di Granada i re cattolici Isabella di Castiglia e Ferdinando II d’Aragona emanarono il 31 marzo 1492 un decreto con il quale le comunità ebraiche venivano espulse dalle terre del regno e dai loro possedimenti.
Il Decreto aveva valore a partire dal 31 luglio dello stesso anno 1492.
L’Editto di Granada rendeva obbligatoria la conversione della comunità ebraica al cattolicesimo.
Disponeva inoltre l’espulsione dal neonato stato spagnolo di quelli che non avrebbero ottemperato alla conversione.

Gli ebrei della penisola iberica, detti sefarditi, che non aderirono si spostarono soprattutto nel vicino Marocco e Algeria.
In misura minore verso la Tunisia, Impero Ottomano e nel meridione dell’Europa come Provenza, Sicilia, Balcani e penisola italica.
Gli ebrei sefarditi che rimasero nella penisola iberica, e che si erano convertiti come conseguenza della persecuzione da parte dell’inquisizione spagnola, sia per “libera” scelta, vennero chiamati marrani. Termine che viene dallo spagnolo “marranos” (porco), derivato probabilmente dall’arabo “maḥram”(cosa proibita).
Su incarico del re Ferdinando II d’Aragona, Tomás de Torquemada, stese una versione preliminare dell’editto che venne presentata ai re cattolici il 20 marzo 1492.
Questo scritto e la versione firmata solamente da Ferdinando furono ritrovati dopo vari secoli solamente nel 1991.

Dell’Editto di Granada esistono due versioni :
- una cosiddetta “aragonese” con il solo autografo del re Ferdinando,
- una “castigliana“ dove compaiono le firme di entrambi i re cattolici, pervenutaci in varie versioni riferite a differenti città.
Venne formalmente revocato il 6 dicembre 1968.
Testo dell’Editto di Granada :
Sapete bene, o dovreste saperlo, che, poiché fummo informati che in questi nostri domini c’erano alcuni cattivi cristiani che si dedicavano al giudaismo e si allontanavano dalla nostra santa fede cattolica, a causa soprattutto delle relazioni fra ebrei e cristiani, nelle cortes riunitesi a Toledo nel 1480 ordinammo che in tutte le città e i villaggi dei nostri regni e signorie gli ebrei dovevano vivere separatamente dagli altri, nella speranza che la loro segregazione avrebbe risolto il problema. Avevamo anche provveduto e ordinato che nei nostri suddetti regni e signorie fosse istituita un’Inquisizione: come sapete, il tribunale nacque più di dodici anni fa e opera ancora.
L’Inquisizione ha scoperto molti colpevoli, come è noto, e dagli stessi inquisitori, oltre che da numerosi fedeli, religiosi e secolari, siamo informati che sussiste un grave pericolo per i cristiani a causa dell’attività, della conversazione e della comunicazione che [i cristiani] mantengono con gli ebrei.
[Gli ebrei infatti] dimostrano di essere sempre all’opera per sovvertire e sottrarre i cristiani alla nostra santa fede cattolica, per attirarli con ogni mezzo e pervertirli al loro credo, istruendoli nelle cerimonie e nell’osservanza della loro legge […].
Per questo motivo, e per mettere fine a una così grande vergogna e ingiuria alla fede e alla religione cristiana, poiché ogni giorno diventa sempre più evidente che i suddetti ebrei perseverano nel loro pessimo e malvagio progetto dovunque vivano e conversino [con i cristiani], [noi dobbiamo] cacciare i suddetti ebrei dai nostri regni così che non ci sia più occasione di offesa alla nostra fede.
Pertanto ordiniamo che quanto da noi stabilito sia fatto conoscere, e cioè che tutti gli ebrei e le ebree che vivono e risiedono nei nostri suddetti regni e signorie, a prescindere dallo loro età […], entro la fine di luglio lascino i nostri regni e signorie insieme con i loro figli […], e non osino mai più farvi ritorno.”

Copia scritta a mano del testo originale in spagnolo, firmato da Ferdinando II d’Aragona dell’editto di espulsione degli ebrei.
Il documento proviene dall’Archivio di Stato di Palermo.






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